Cani e gatti dichiarati non commestibili in Cina

In una nuova lista di animali commestibili stabilita dal governo cinese, cani e gatti sono ora esclusi!

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Verso un divieto del consumo di carne di cane e gatto in Cina?

Sì, l'epidemia di COVID-19 potrebbe avere una ricaduta inaspettata e piacevole sul destino di migliaia di cani e gatti nel Regno di Mezzo!

Per la prima volta, cani e gatti - la cui carne è ancora consumata da una minoranza di cinesi - non sono nella lista ufficiale degli animali "commestibili" .

Istituito dal Ministero cinese dell'agricoltura e degli affari rurali e pubblicato mercoledì scorso, questo elenco identifica gli animali che possono essere allevati per la loro carne, la loro pelliccia e per scopi medici.Tuttavia, cani e gatti ora sono esclusi! Ancora meglio, il documento stabilisce in appendice che questi animali non dovrebbero più essere trattati come bestiame, ma come animali domestici.

Se questo testo deve ancora essere sottoposto a commento fino all'8 maggio 2020, potrebbe benissimo essere oggetto di una futura regolamentazione estesa a tutto il Paese. Tutta la Cina potrebbe così seguire l'esempio di Shenzhen, prima città cinese a vietare il consumo di carne di cane all'inizio di aprile.

Questa decisione arriva dopo che Pechino ha vietato a febbraio la commercializzazione e il consumo di carne di animali selvatici, una pratica sospettata nell'emergenza del nuovo coronavirus.

Il rischio di traffico è ancora presente

Anche se possiamo rallegrarci per questa proposta di divieto, le associazioni per la protezione degli animali non si affrettano a gridare vittoria, consapevoli del rischio di tratta che rimane sia per il commercio di animali selvatici che per quello di animali da allevamento.

Uno dei famigerati esempi di questo traffico è quello della festa di Yulin durante la quale migliaia di cani vengono uccisi per la loro carne. La maggior parte degli animali consumati durante questo festival dell'orrore sono cani da compagnia rubati o cani randagi catturati e poi trasportati illegalmente attraverso il paese in condizioni spaventose prima di essere picchiati a morte o ustionati vivi.

E, anche se la maggior parte dei cinesi condanna queste pratiche, le sanzioni per i trafficanti rimangono estremamente rare in Cina, per mancanza di una legge sulla crudeltà verso gli animali.

Il rischio che le cattive abitudini prendano il sopravvento, una volta superata la crisi, è purtroppo presente. Per la cronaca, il commercio di animali selvatici è stato vietato anche in Cina durante l'epidemia di SARS (sindrome respiratoria acuta grave) del 2002-2003, causata probabilmente anche dal consumo di zibetto o carne di pipistrello.Un divieto rapidamente dimenticato come dimostra la situazione attuale

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